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Ovidio


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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 55
 
originale
 
[55] Haec quanta sint et cuiusce modi, Maxime, quantusque campus calumniis hoc Aemiliani tramite aperiatur, quantique sudores innocentibus hoc uno sudariolo adferantur, possum equidem pluribus disputare, sed faciam quod institui: etiam quod non necesse est confitebor et interrogatus ab Aemiliano respondebo. interrogas, Aemiliane, quid in sudario habuerim. at ego quanquam omnino positum ullum sudarium meum in bybliotheca Pontiani possim negare ac, [si] maxime fuisse concedam, tamen habeam dicere nihil in eo inuolutum fuisse, -- quae si dicam, neque testimonio aliquo neque argumento reuincar, nemo est enim qui attigerit, unus libertus, ut ais, qui uiderit -- tamen, inquam, per me licet fuerit refertissimum. sic enim, si uis, arbitrare, ut olim Vlixi socii thesaurum repperisse arbitrati sunt, cum utrem uentosissimum manticularentur. uin dicam, cuius modi illas res in sudario obuolutas laribus Pontiani commendarim? mos tibi geretur. Sacrorum pleraque initia in Graecia participaui. eorum quaedam signa et monumenta tradita mihi a sacerdotibus sedulo conseruo. nihil insolitum, nihil incognitum dico. uel unius Liberi patris mystae qui adestis scitis, quid domi conditum celetis et absque omnibus profanis tacite ueneremini. at ego, ut dixi, multiiuga sacra et plurimos ritus et uarias cerimonias studio ueri et officio erga deos didici. nec hoc ad tempus compono, sed abhinc ferme triennium est, cum primis diebus quibus Oeam ueneram p[l]ublice disserens de Aesculapii maiestate eadem ista prae me tuli et quot sacra nossem percensui. ea disputatio celebratissima est, uulgo legitur, in omnibus manibus uersatur, non tam facundia mea quam mentione Aesculapii religiosis Oeensibus commendata. dicite aliquis, si qui forte meminit, huius loci principium. -- audisne, Maxime, multos suggerentis? immo, ecce etiam liber offertur. recitari ipsa haec iubebo, quoniam ostendis humanissimo uultu auditionem te istam non grauari. --
 
traduzione
 
Quanti e quali mai sarebbero siffatti procedimenti, o Massimo, e che largo campo alle calunnie si aprirebbe su questo sentiero di Emiliano: e quanti fazzoletti di sudore un semplice fazzoletto farebbe versare agli innocenti; ? questo un tema su cui avrei pi? cose da dire: ma seguir? la via che mi sono imposta. Anche quando potrei dispensarmene, confesser?, e interrogato da Emiliano, risponder?. Tu domandi, Emiliano, che cosa avevo in quel fazzoletto. Potrei affermare di non aver affatto deposto alcun fazzoletto nella biblioteca di Ponziano e, se anche ne volessi ammettere pienamente l'esistenza, potrei dire che niente vi era avvolto, e a questa asserzione non si potrebbe opporre n? testimonianza n? argomento alcuno, poich? nessuno tocc?, e un solo liberto, come tu dici, vide; tuttavia, per quanto sta a me, quel fazzoletto era pieno zeppo. Pensalo pure, se vuoi, come quella volta pensarono i compagni di Ulisse, i quali credevano di aver trovato un tesoro e rubarono un otre pieno di venti. Vuoi ti dica di che genere fossero gli oggetti avvolti nel fazzoletto e confidati ai Lari di Ponziano? Sarai soddisfatto. Sono stato iniziato in Grecia a un gran numero di culti e conservo accuratamente i segni e i simboli che mi furono consegnati dai sacerdoti. Nulla di insolito, dico, nulla di sconosciuto. E anche voi, quanti siete qui presenti, iniziati anche ai soli misteri di Libero Padre, sapete quale oggetto tenete in casa nascosto ed in silenzio adorate, lungi da tutti i profani. Ma io, come ho detto, diversi culti e moltissimi riti e varie cerimonie per amore della verit? e per dovere verso gli d?i, ho voluto conoscere. E non ? questa una favola inventata per la circostanza. Circa tre anni addietro, nei primi giorni del mio arrivo in Oea, in una pubblica conferenza sulla maest? di Esculapio, feci questa medesima dichiarazione e annoverai i misteri che conoscevo. Quel discorso ? celebratissimo; si legge dovunque ed ? tra le mani di tutti, raccomandato ai religiosi di Oea non tanto dalla mia facondia quanto dal nome di Esculapio. (Si rivolge al pubblico.) Qualcuno di voi dica, se per caso se ne ricorda, il principio di quel passo. (Voci del pubblico ripetono le parole del passo.) Senti, Massimo, quanti se ne ricordano? Oh ecco: mi viene offerto il testo del discorso: far? leggere il passo, giacch?, dalla grande benevolenza del tuo volto, dimostri che non ti sar? fastidioso ascoltare. (Viene letto il brano della orazione.)
 

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